La compagnia Kuidaore ha portato al cinema teatro Aurora di Treviso uno spettacolo che supera la tradizionale concezione della relazione monogama attraverso un’analisi ironica e spumeggiante dell’amore e dei suoi equilibri, proponendo un punto di vista decisamente fuori dagli schemi.
Cos’è la felicità in amore?. Per alcuni è avere una bella casa, dei figli, la routine di una vita tranquilla, un buon lavoro ben retribuito. Per altri invece è un continuo susseguirsi di attimi fuggenti, immergendosi totalmente nella sfera passionale, un carpe diem senza sosta che sorvola sulle difficoltà di coppia, di dialogo o di una volontà di pensare a tutti i costi ad un futuro a lungo termine.
Ma perché scegliere tra le due realtà se si può viverle entrambe?. Ecco come la vita di Marcella (Chiara Caldato) si presenta: ragazza moderna e dinamica, lavora in smartworking e gestisce come nulla fosse non uno, ma due uomini che si alternano nella sua quotidianità dandole tutto ciò che una donna vorrebbe: dialogo e carnalità, sicurezza e avventura, cultura e frivolezza. Matteo (Maurizio Putignano) e Giovanni (Roberto Miggiano) si destreggiano tra il lavoro in banca del primo e i turni di notte come portiere del secondo, cercando di evitarsi ma ben consapevoli del “triangolo amoroso” che Marcella sta tenendo in piedi con entrambi. Sono amici dai tempi dell’università ma il delicato equilibrio ad un tratto cede a causa del sentimento più naturale del mondo quando si parla d’amore: la gelosia.
Matteo, rappresentazione del “maschio alfa” per eccellenza, si pavoneggia e vezzeggia costantemente Giovanni che non comprende come Marcella voglia stare con lui. Ecco che avviene lo scontro, mentre Marcella esprime la sua volontà di intrattenere la relazione con entrambi, una non scelta consapevole, attraverso un monologo di donna emancipata e decisa. Ma, nonostante una tregua e lo scambio di ruoli che tentano invano i due pretendenti, la situazione sembra irriparabile.
La commedia scritta da Stefania de Ruvo non lascia davvero spazio alle incomprensioni. La poligamia esiste e non è da condannare. Anzi, questa sceneggiatura adattata e diretta da Vilfred Moneta non è solo un inno femminista all’amore libero, ma un vero e proprio schiaffo all’ipocrisia, ai pregiudizi e alle convenzioni che tutt’oggi persistono nella nostra società.
Fotografia e articolo: Margherita Majer