La retrospettiva “EXIT-se non ti perdi non puoi trovare strade nuove” esposta al Forte Mezzacapo di Zelarino (Venezia) dice tutto di Giorgio Bellingardo, l’artista che sa donare una nuova vita alla materia, trasformandola in un innovativo messaggio di pace.
A volte basta poco per incontrare l’arte. Non per forza quella blasonata da critici e grandi manifestazioni di esperti che diventano performance concettuali talvolta incomprensibili e valutabili solo da pochi (in termini di ceto sociale e denaro). Non sia mai, questa non è una polemica. Ma l’arte a volte vive e si manifesta dove meno te lo aspetti. In un paio di jeans, ad esempio. E incredibilmente, riesce a parlare una lingua comprensibile a tutti. Proprio da quì nasce lo spirito artistico di Giorgio Bellingardo. Incontra l’ispirazione in una spiaggia, in un magazzino o in uno di quei vecchi negozi chiusi da chissà quanto tempo che lascia al suo interno scheletri senza più uno scopo, un lucro, un senso. Così il sogno, la visione, quell’energia creativa muta in un progetto, proprio con quell’atteggiamento di chi, come lui, ha frequentato di Liceo artistico di Venezia e che di quell’esperienza non ha abbandonato la speciale caratteristica del giovane promettente e appassionato, che vede nel futuro la speranza di un mondo migliore. Ecco che un paio di jeans diventano un mosaico, la juta una tela, il legno di vecchie imbarcazioni una figura metaforica e si trasformano in opere impossibili da descrivere o ammirare senza averle vissute davvero. L’intensità del colore primario, la struttura materica e la multi dimensionalità (perché collocare in categorie come sculture, bassorilievi o dipinti è riduttivo) derivata dalla natura del materiale stesso, rende l’esposizione una vera esperienza visiva e, se si vuole, persino tattile. Ma c’è di più, perché quando si parla di Giorgio Bellingardo non ci si può fermare al limitato concetto del fare arte per l’arte.
Per l’artista, il pennello è da sempre stato il miglior alleato. Fin da bambino ha accompagnato ogni istante di crescita e cambiamento del suo essere, mutando, evolvendo e, talvolta, salvando.
La grande musa era al suo fianco anche nei momenti più bui, periodi di grandi difficoltà che richiedono coraggio nel rialzarsi, nel riappropriarsi della propria identità. Bellingardo infatti, grazie all’arte, ha vissuto la sua seconda vita successivamente al declino di tutta una fase lavorativa e sentimentale.
"Ho capito che era la mia seconda chance, che dovevo seguire il mio cuore perché penso che, alla fine, ripaga sempre".
Ecco che i valori di una vita e la possibilità di una rinascita si fondono in un’incredibile missione creativa, in cui un’opera diventa un dono, un messaggio.
Partendo dalla Pop Art, Bellingardo rivisita le bandiere delle nazioni, le mappe dei luoghi del cuore, i labirintici meandri dell’anima attraverso un lavoro minuzioso e attento di intaglio del sughero, di cuciture, tagliando e ricucendo jeans in infinite varianti e tutto ciò per adattare semplici materiali a grandi scopi. Ispirato dai testi di grandi cantautori come Ivano Fossati, cerca e ritrova continuamente la modalità artistica nel lanciare messaggi di pace, a partire dal proprio vissuto personale, fino ad arrivare a toccare tematiche di fondamentale importanza ai giorni nostri come l’ecosostenibilità, la guerra, il conformismo, lo sfruttamento delle risorse terrestri e delle persone. La sua è una rivisitazione della storia umana che ha macchiato continuamente il suo percorso di crudeltà fin dagli albori, ma che vuole ancora sperare in un ciclico rinnovamento intriso di passione e consapevolezza. Proprio quest’ultima rientra nei tre grandi principi della RE_CONVERT ARS: Inclusione. Consapevolezza. Pace.
Dal 1982 ad oggi, Giorgio Bellingardo ha deciso di seguire la strada dell’amore, per il pianeta, per l’arte, per l’umanità. Cogliamo questo invito a migliorarci giorno dopo giorno per un futuro e presente migliore perché, in fondo, vogliamo tutti una finestra che ci connetta con la natura, la nostra e quella che ci circonda, fatta di sfumature e colori, come quelli della bandiera della Pace (vedi foto sopra).