Quattro ragazzi, tra musica e poesia, si esibiscono e incantano alla seconda edizione del Festival Trevisioni di Villa Margherita a Treviso.
La musica, si sa, unisce le persone. Nascono amicizie, band, perché le affinità si esaltano e si parla una lingua condivisa, universale.
E’ così che nel 2019 tre ragazzi (Pier, Sam, Milo) uniscono la loro sensibilità in un progetto comune, dopo aver già collaborato in situazioni diverse. Questa è la storia degli Scarled.
Conosciamo meglio insieme gli Scarled.
Quale considerate sia il significato profondo del nome della band?
Inizialmente nato come “Scarlet”, il rosso scarlatto, l’abbiamo mutato in “Scarled” che non è un semplice gioco di parole: da SCAR (cicatrici) e LED (luce), il significato esprime una profonda consapevolezza di sé, legato al “mettere in luce” tutte le proprie ferite e cicatrici della vita, un aspetto di cui non ci dobbiamo vergognare.
“Le ferite sono il punto in cui la luce entra dentro di noi” dice la filosofia del Kintsugi giapponese e per noi è diventato uno stimolo di ricerca musicale profonda.
In quale stile vi identificate?
Lo stile della band cerca di non ricalcare un genere specifico, ma abbraccia numerose influenze e cerca di far convergere i nostri ascolti comuni in un sound originale e assolutamente autoriale. La nostra ispirazione principale sembra rimandare ad un particolare sound anni ’80 nell’ uso della tastiera e nella produzione, ma sono rivisti in un’ottica contemporanea. Abbiamo avuto numerose fasi ed evoluzioni nella nostra carriera e ne vorremmo citare uno a cui ci sentiamo più legati: David Bowie.
Ma definiteci più nel dettaglio il vostro lato creativo…
Componiamo solitamente in autonomia, ciascuno registrando prima una demo/pre-produzione casalinga che fungerà da “base” di riferimento, per poi portarla in sala prove e cercare tutti assieme una “quadratura” suonandola assieme. Talvolta si tratta di una semplice idea melodica, altre volte di un brano quasi completo con strofe e ritornello.
Raccontateci come è nato il vostro amore per la musica.
Pier
Sono sempre stato appassionato di musica , fin da bambino. Sono cresciuto ascoltando i Kiss e Wagner, quindi non credo di avere un genere preferito o con cui mi identifico ahah. Negli anni ho studiato e ascoltato diversa musica e approcciato diversi strumenti, trovando sempre nuovi stimoli e un continuo arricchimento. Mi piace suonare e credo che scrivere e comporre la propria musica , dando forma e sostanza alle proprie idee ed emozioni, sia un privilegio e un gran divertimento che si rivela essere molto terapeutico.
Sam
Inizialmente sono partito musicalmente da ragazzino con black metal e affini. In adolescenza poi mi sono appassionato al progressive rock degli anni ’70 e di rimando a tutto quel rock così definito “classico”. Da lì ho cominciato per ispirazione diretta dei Jethro Tull a suonare il flauto traverso da autodidatta ma negli anni, scoprendo nuovi stili e influenze ho iniziato a studiare piano per sentirmi più completo musicalmente. Anche a me piace molto scrivere e comporre e cerco, senza forzature, di inserire nel mio stile di scrittura le varie influenze che mi hanno formato (tra le altre anche molto folk e colonne sonore, soprattutto videoludiche).
Milo
Sono cresciuto musicalmente con l’hard rock prima e l’heavy metal degli anni 80 poi, in adolescenza sono diventato un ascoltatore e musicista molto più onnivoro, oggi ascolto, e talvolta tento di riprodurre sullo strumento, tutto ciò che mi fa stare bene (o male). Considero Nicko McBrain, Vinnie Colaiuta, Gavin Harrison, Mark Guiliana e Steve Gadd degli zii acquisiti per l’influenza che hanno avuto sul mio approccio alla musica e alla batteria.
Ma proseguiamo con la storia della vostra band
Nel Dicembre dell’anno in cui abbiamo formato la band, sempre il 2019, abbiamo pubblicato il loro primo singolo Owl Song su tutte le piattaforme digitali e con un lyric video su Youtube. A seguire Factory il secondo singolo della band, pubblicato nel Marzo del 2020 , girato in Febbraio nei pressi delle Dolomiti bellunesi, anticipa di poco la Pandemia da Covid-19. Il video ufficiale vede alla regia Francesco Gozzo (TEODASIA) e come D. O. P. Luca “Sciukka” Perin (RUMATERA). Il video mostra con sorpresa alcuni richiami e coincidenze con ciò che sarebbe accaduto di lì a poco (No spoiler, andatelo a vedere voi stessi). Seguiranno successivamente altri due singoli: Moving uscito con un nuovo video su Youtube in Giugno e Funny Games (Novembre), quest’ultimo in collaborazione con Alessandro Cenedese.
E al Festival Trevisioni 2021?
Al festival abbiamo presentato per la prima volta dal vivo i nostri brani (tra i quali due inediti) e una cover: Wicked Game che è un brano che ci piace molto. Difficile rispondere alla domanda sul significato dei brani, poiché crediamo che sia compito di ciascuno fare proprio il senso ed il messaggio del testo e della musica, interpretandoli liberamente; ma possiamo dire che tutti i pezzi hanno in comune una ricerca di senso e di introspezione che si proietta poi all’esterno, nel tentativo di vivere e conciliarsi più positivamente con gli altri. La scaletta di esibizione è stata questa: Burn it, Funny Games, Factory, Moving, Underwater, Wicked Game, Owl Song.
Lasciamoci con una citazione e con i consigli sulle vostre 4 arti…
La nostra citazione preferita è: “All work and no play makes Sam a dull boy”
E queste le nostre 4 arti:
Pier consiglia:
Sam propone:
Milo consiglia:
Copyright Margherita Majer