La giovane ventitreenne al Festival Trevisioni 2021 espone il suo percorso artistico attraverso svariate arti che hanno in comune un unico elemento: l’emozione.
Una cosa è certa: per Ina Musta l’arte è ciò che di più importante c’è nella sua vita.
Conosciamo insieme questa giovane promessa.
Ina, quando è nato questo tuo amore per l’arte e perché?
Ho 23 anni e da quando sono piccola disegno, mi è sempre piaciuto rappresentare su foglio ciò che avevo in testa, è una modalità espressiva che mi ha sempre toccata molto. Ma il mio approccio all’arte è stato ancora più totale, fin dall’inizio. Ho iniziato a fare più cose come ad esempio suonare in due band, un altro modo di esprimersi, la musica è parte fondamentale della mia vita.
I motivi che mi hanno fatto avvicinare alla fotografia e alla pittura sono il fatto di voler entrare a contatto con le emozioni delle persone, vorrei smuovere qualcosa negli altri. La pittura astratta infatti è un modo per me di far “viaggiare” con la mente lo spettatore, di fargli immaginare cose che già visualizzano dentro se stessi, con un aiuto in più, reale e concreto.
Hai presentato al Trevisioni varie tipologie d’arte, ma ci hai parlato anche di videomaking…
Il disegno digitale e la fotografia sono arrivati più tardi di quanto possa sembrare, insieme alla passione per il cinema. Ho voluto approcciarmi a qualsiasi tipo di espressione, anche alla realiazzazione di video, è una continua ricerca: sono arrivata a scrivere e a produrre due cortometraggi, uno dei quali parla della quarantena. A me ha aiutato ad aprirmi ulteriormente alle mie emozioni, infatti ho iniziato a dipingere moltissimi quadri.
Relativamente proprio al videomaking e alla fotografia ho fatto dei brevi corsi, ma non smetterò sicuramente di continuare ad approfondire tutte le tecniche inerenti.
Approfondiamo la tua passione per la fotografia con gli scatti che hai esposto al festival Trevisioni 2021…
Relativamente alle fotografie, al Festival Trevisioni le ho volute suddividere nelle mie due categorie preferite. Una è la street photography, poiché mi piace catturare gli attimi di ciò che mi succede attorno, mi piace catturare emozioni e movimenti.
Mi sono cimentata molto e soprattutto sulla fotografia in bianco e nero perché penso dia una sorta di tocco in più e da più spazio all’ immaginazione.
L’altra categoria, ossia i ritratti, è quella che solitamente mi piace fare, anche in questo caso cerco sempre di catturare l’emozione che può esprimere un viso, un gesto, un movimento; in questo caso il colore può essere importante secondo il mio punto di vista.
Le opere che ho portato al Festival Trevisioni sono state qualche ritratto a matita fatto molto tempo fa, per far capire i miei inizi. Insieme a queste ho portato dei dipinti astratti, che sono ciò che solitamente preferisco più fare; mi sono ispirata molto ad un’ artista contemporanea chiamata Cathrin Machin. Inoltre ho provato a ispirarmi a Pollock per qualche quadro e ho provato a riprodurre le lacrime di Freyja di Klimt.
Cosa ti auguri per il tuo futuro?
Nella vita spero di continuare a coltivare le mie passioni e spero di entrare nel mondo della fotografia e del cinema, poiché penso che se non fai ciò che ti fa stare bene non sarai mai davvero felice. La mia citazione preferita è appunto “quod tibi deerit, a te ipso mutuare”, ossia “ciò che ti manca, prendilo da te stesso“: nessun altro ti darà mai ciò che ti manca, lo troverai sempre dentro di te.
Ina e le sue 4 arti
Per la fotografia e la pittura, Ina consiglia:
- Alessio Albi (fotografo)
- Cathrin Machin (e la sua space art)