La musica e le sue infinite possibilità espressive che non smette mai di sorprendere. Il collettivo jazz nato nel 2022 “Questions?” che ha partecipato alla rassegna di Sile Jazz ’23, esplora e innova la metafisica musicale, tra quesiti e scomposizioni che giocano con la fisica del suono.
Play, to play. Jouer. In queste due lingue significa giocare sì, ma anche suonare. Ecco perché la musica è il primo stimolo esterno che captiamo da bambini. Suoni, rumori, anche se distorti o ovattati, pian piano penetrano nel nostro essere diventando il primo vero gioco che siamo stimolati a fare. Da adulti invece si evolve, ma quel gioco non cambia. Si maneggia, si modella consapevolmente attraverso l’infinito ciclo dell’impermanenza delle cose, ancor di più per quelle intangibili e di infinite possibilità espressive. Ma con che scopo?.
Sono i “Questions?” a raccontarcelo, un gruppo di musicisti jazz formatosi nel 2022. Non un collettivo qualsiasi. Michele Tedesco alla tromba, Jacopo Novello alla chitarra, Christian Guidolin al basso elettrico e Gianni Bertoncini alla batteria riescono a vincere la reincarnazione artistica che porta a ricadere sempre su dogmi e schemi prestabiliti grazie alla metafisica. Sì, quella corrente filosofica del Novecento che fa letteralmente a brandelli le fondamenta esperienziali dell’essere e del sapere. Che mette un televisore in lavastoviglie ad esempio, che dipinge Ferrara visitata da personaggi di ignota identità e forma (De Chirico). Perché il vero scopo non è il to play ma il why. Lo scopo è la domanda, non la risposta.
Il jazz dei Questions? nasce proprio su queste basi: stimolare dubbi, perplessità, andando a scomporre, decontestualizzare per poi riposizionare i suoni in un contesto del tutto nuovo e di libera interpretazione. A partire dai generi jazz più noti e diffusi, i Questions? porgono e si porgono domande continue in un’eccelsa capacità virtuosistica ed espressiva, in un trait d’union tra jazz elettronico e musica atonale seriale. Cambi repentini di ritmo e mood che portano l’ascoltatore a stimolare non solo il piacere, ma interrogativi sempre nuovi sulla musica stessa e la sua funzione.